Dossier

THE POWER OF INDIA
BL 12 / 2013
THE ADRIA RING
BL 11 / 2013
MOTOCICLI VELOCI CLASSIC & RACING BIKE DAL 1935
BL 10 / 2013
BURN TO BE WILD
BL 8 /9
SUPERRALLY 2013
BL 7 /2013
30 ANNI DI ROADRUNNER'S
BL 06 / 2013
ACE CAFE LONDON
BL 5 / 2013
WILD RACER
BL 4 / 2013
INDIA MOTO CHALLENGE - 2A PARTE
BL 02 / 2013
INDIA MOTO CHALLENGE
BL 01 / 2013
pagine:
1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7

8 - 9

THE ADRIA RING - BL 11 / 2013

Metti che sul finire dell’estate ti ritrovi con una settimana a disposizione, che la moto sia già pronta e tagliandata, che non ci siano però molti soldi da spendere, dove andare allora? Non c’è dubbio: giù in Dalmazia e Albania! Senza la ressa di luglio e agosto e con il clima perfetto dei primi di

FRIULI-SLOVENIA-CROAZIA


Imboccata l’A4 assieme a Gigi e Manuela con la loro GS 1150 nera come la pece, in un attimo si arriva a Trieste e poi, valicato il confine a Pesek, è facile e piacevole raggiungere la Croazia, attraversando la Slovenia sulla scorrevole Statale n. 12, evitando inoltre l’acquisto del noioso bollino autostradale. Nei pressi di Fiume meglio proseguire sull’autostrada che aggira la città e, grazie al nuovissimo raccordo fino oltre il ponte di Veglia (Krk), consente di evitare il tortuosissimo tratto iniziale della “Magistrala”, la lunga strada che percorre tutta la Dalmazia, fino alle Bocche di Cattaro, in Montenegro. Tra il verde della costa e l’azzurro del mare, sulla destra, dopo Veglia, ti accompagna la visione dell’isola di Arbe (Rab) e a Przna in pochi minuti si può traghettare per l’isola di Pago (Pag). Vale davvero la pena di lasciare la Magistrala per questo spettacolare diversivo in un ambiente che più dalmata non si può. Gli infiniti muretti di pietrame a secco che caratterizzano il paesaggio, delimitano antiche proprietà la cui coltivazione è stata ormai abbandonata in favore di ben più remunerative attività legate al turismo. Le vecchie case di bianca pietra calcarea e dai tetti rosso acceso, accompagnano la corsa tra rocce e mare fino nei pressi di Zara (Zadar) dove, tra le calli e i canali della Venezia dalmata, s’impone un break di mente e di pancia. Andando incontro al sole lo spettacolo delle “Incoronate” rallegra la nostra corsa attraverso località affascinanti: Sebenico (Sibenik), Capocesto (Primosten), Traù (Trogir),… Certo che per visitarle tutte ci vorrebbe altro che una settimana. Il nostro obiettivo però è molto più a sud, dove il turismo è ancora limitato (e i prezzi ben più favorevoli): l’Albania. Non è certo il caso di arrivarci in un giorno, un paio di tappe intermedie sono necessarie per godersi davvero il viaggio (e non esasperare il passeggero/a) scegliendo per le soste località poco frequentate. Il nostro andare è sempre tranquillo, solo viaggiando con calma riesci a godere questi posti davvero e puoi abituare piano piano gli occhi alla loro particolare, intensissima luce. Fino a Macarica (Makarska), poco dopo Spalato (Split), sono meno di seicento chilometri e vi si può arrivare a metà pomeriggio con la possibilità di un bagno serale prima dell’immancabile cenetta di pesce in uno degli innumerevoli locali a disposizione sul lungomare. Per la seconda tappa il dito cade sulla località di Dulcigno (Ulcinj) nel sud del Montenegro. Una cittadina mai visitata in precedenza e che rimanda ad antiche immagini di pirati illiri che proprio là avevano il loro inviolabile covo. Poco più di trecento chilometri separano le due località, ma il percorso è a dir poco affascinante. Dopo i laghetti di Ploce, dall’immagine delicata e gentile, ecco il doppio attraversamento della frontiera bosniaca che, senza il traffico estivo, non comporta problemi. Poi ecco la Trsteno del famoso platano quasi millenario e quindi la mitica Ragusa (Dubrovnik) dalle possenti mura e dai mille tetti rossi.


 


MONTENEGRO


Anche alla frontiera montenegrina si passa veloci, data la stagione, ed eccoci alle Bocche di Cattaro, uno dei posti più affascinanti dell’Adriatico. Passata Castel Novo (Herceg Novi), chi ha fretta può attraversare velocemente lo stretto sul traghetto che va e viene ogni mezz’ora, ma noi viaggiatori non la pensiamo come i turisti mordi e fuggi e preferiamo percorrere il periplo delle bocche in uno scenario più di montagna che di mare. L'Adriatico appare come un lago alpino incastonato tra alti e verdi monti a picco sui bianchi paesini costieri. Non c’è di meglio che concedersi una sosta ristoratrice sulla piccola terrazza di un ristorantino di Perasto (Perast) di fronte alle incantevoli isolette di San Giorgio e dello Scalpello con le loro graziose Abbazie e Santuari Mariani. L’isoletta dello scalpello è l’unica isola artificiale dell’Adriatico; la realizzarono i marinai di Perasto nei corso dei secoli dopo che, secondo la leggenda, alcuni di essi trovarono sul primitivo scoglio un’immagine della vergine.
Percorrere queste particolari strade e tagliare per arrivare prima, è una cosa senza senso; io in passato l’ho fatto e ho capito di aver sbagliato. Assurdo viaggiare in Dalmazia e saltare il periplo delle Bocche. Il viaggio è vivere e assaporare fino in fondo i luoghi, i profumi, i sapori, la gente; altrimenti… meglio l’aereo!
Superata Cattaro (Kotor), la motocicletta ci porta verso Sud su un percorso che alterna tratti di strada nuovissimi e ben tenuti, ad altri più trasandati, in uno scenario non proprio incantevole. Non si notano attività di sorta se non quelle legate all’edilizia turistica, a volte davvero invadente, se non proprio sgradevole. Cosa che non si può affermare per il piccolo centro di Santo Stefano (Sveti Stefan): un isolotto che appare sulla destra della strada come una visione onirica, nella sua bellezza e armonia. Si tratta di una vecchia isola di pescatori trasformata in un resort di lusso, collegato alla terraferma da una sottile striscia di terra sorvegliata a vista da imponenti guardiani e dalle gentili Hostess dell’accoglienza.
Verso Ulcinj la strada si snoda più all’interno; è quasi tutta nuova e ben tenuta e ci si può arrivare in poco tempo cogliendo l’occasione per divertirsi con pieghe al limite tra curvoni e larghi tornanti con traffico scarso e assenza di polizia; mai incontrato poliziotti lungo la strada, tutte le volte che sono passato in Montenegro.
Trovare da dormire in città è facile ed economico; si tratta di un centro di etnia albanese ed è la prima località che ti permette di scorgere gli aguzzi minareti a svettare sui tetti delle case, lungo la costa dalmata, anche se non mancano, proprio accanto, antichi campanili in pietra a vista. Si tratta di popolazione a maggioranza musulmana, ma è evidente che non sono degli integralisti, anzi danno l’impressione di subire la loro religione poco convinti, svogliatamente. Lo si intuisce anche da come si presentano sull’affollata spiaggia dove abbiamo modo di fare conoscenza con un giovanotto albanese di nome Lumi, amico di Gigi e Manuela, che lavora proprio su da noi in Friuli, diretto a casa per le vacanze. Nasce simpatia immediata e Lumi ci racconta orgogliosamente la sua storia di giovane immigrato che ce l’ha fatta; poi decidiamo di fare assieme il tratto fino a Karbunarie, paesino vicino a Lushnje a sud di Tirana per salutare i suoi parenti, così ci sarà modo di osservare meglio la realtà Skipetara di ogni giorno. L’ultimo tratto di strada montenegrina verso il confine, che ricordavo come un sentiero male asfaltato in un ambiente selvaggio e desolato, è stato rifatto davvero bene; ora manca però quell’atmosfera di arcaico e primitivo, di paesi e luoghi fuori dal tempo. Gli anziani e i bambini al pascolo con sparuti greggi di capre o mucche macilente, sono diventati rari tanto quanto gli asini e i cani randagi. La si percorre con vero piacere, ma senza incontrare anima viva, solo grossi SUV e velocissime Mercedes al posto dei vecchietti con le loro giacche smisurate e l’ombrello sotto il braccio di un tempo neanche troppo lontano.


 


 

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