I dati ACI-Istat 2016 rivelano che per la prima volta dopo due anni il numero complessivo di vittime a causa di incidenti stradali si è ridotto significativamente. Resta però il fatto che gli utenti vulnerabili (pedoni e due ruote) rappresentano quasi il 50% dei decessi con un aumento del numero di vittime tra i ciclomotoristi (10,5%) e i ciclisti (9,6%). L’indagine rivela che le prime tre cause di incidente (41,5%) sono state la distrazione, la mancata precedenza e la velocità troppo elevata mentre le principali violazioni al Codice della Strada sono state l’elevata velocità, il mancato uso delle cinture di sicurezza e dei sistemi di ritenuta dei bambini, l’assenza di assicurazione e l’uso del telefono alla guida.
Non rivela il numero di feriti e morti dovuti alla scarsa manutenzione e a infrastrutture obsolete e inadeguate. Non rivela quante persone ci sono dietro ogni persona rimasta vittima o coinvolta gravemente in un incidente stradale, persone la cui qualità della vita peggiora improvvisamente.
L’Istat ha stimato i costi sociali dell’incidentalità stradale in 17 miliardi di euro nel 2016. Non rivela tuttavia quanto sono costati alla società gli errori progettuali e costruttivi e la mancata manutenzione delle strade, e quanto si sarebbe potuto risparmiare sui costi sociali e sul numero di vittime e feriti se le infrastrutture stradali fossero sicure per tutti gli utenti.
Forse perché l’Istat riassume le cause di incidente basandosi sulle informazioni sulle violazioni al Codice della Strada contestate da Polizia e Carabinieri, in occasione di controlli o di incidenti stradali, ma non conduce rilevazioni specifiche sulle condizioni della rete viaria nazionale e delle infrastrutture poiché quest’ultimo è compito del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Resta il fatto che quando si afferma che la causa principale degli incidenti stradali è dovuta ai comportamenti sbagliati si deve inserire nella voce “comportamenti sbagliati” anche quello di chi, pur avendone la responsabilità, si disinteressa alla sicurezza delle strade per interessarsi soltanto alle autostrade e… al progetto del ponte sullo Stretto di Messina!
Le strade già esistenti possono essere modificate. Le strade nuove possono essere realizzate in base alle tecnologie disponibili sul mercato, sperimentate sulle piste e rese poi disponibili per la strada, dai guard rail ai marciapiedi, alla segnaletica orizzontale e verticale, compresi i dissuasori di sosta e velocità.